Ciao ragazzi, è tempo di interviste ed è soprattutto arrivato il momento di parlare di moda, design e arte attraverso ‘frizzanti’ interviste.
RI-inauguriamo la categoria “Interviews” con una stilista emergente d’eccezione. Una meravigliosa ragazza 28enne romana che iniziando per gioco ha reso la sua passione il suo futuro. Amante dei colori, dei bei tessuti e ideatrice di un design personale e con quel giustissimo tocco di estro e originalità. Vi parlo della bravissima Caterina Gatta, che dopo aver fatto da giovanissima una gavetta ed un percorso invidiabile anche a molti ‘grandi’ della moda, è riuscita ad ottenere dei risultati sicuramente soddisfacenti. Le sue collezioni sono infatti vendutissime in molti store ‘reali’ e online ed indossate da moltissime fashion addict.
Credo che più di dirvi di quanto lei sia una ragazza talentuosa, alla mano e disponibilissima, sia bello leggere attraverso le sue parole tutte le esperienze vissute e soprattutto il suo pensiero sulla moda, sui nuovi mezzi di comunicazione e sul carisma di tutte le nuove figure professionali.
Buona intervista a tutti voi!
Da quanto tempo ti interessi di moda?
Da quando sono piccola, ma fino ai 20 anni veniva prima il cinema e poi la moda. E’ stato solo durante gli anni di università che ho capito davvero quello che avrei voluto fare nella vita.
Com’è stata la tua esperienza di studi alla Sapienza di Roma, con la facoltà di “Scienze della Moda e del Costume”? Che pensi di Roma?
Mi definisco un autodidatta, purtroppo il mio corso di laurea in “Scienze della Moda e del Costume” (triennale + biennio specialistica) è impostato molto sulla teoria e pochissimo sulla pratica, non c’è alcun tipo di sostegno da parte dei docenti. Sono uscita qualche anno fa ormai e spero che la situazione ora sia migliorata.. Ho imparato molto sulla storia del costume, arte, cinema e teatro, ho seguito vari corsi di economia ma il mio consiglio è di non puntare tutto sull’università ma di cercare stage e workshop estivi di approfondimento all’estero anche durante gli anni universitari. Ricordo con gioia solo un professore, Ciro Paolillo, il quale mi fece fare uno stage da lui che durò quasi un anno per imparare a classificare diamanti, era uno dei pochi professori che amava stare a contatto con i giovani e cercava di fare di tutto per spronarci a realizzare i nostri sogni. Dovrebbe essere sempre così. Ah dimenticavo anche il professore di fotografia, che fu il primo a spronarmi a comprare una macchina fotografica e iniziare a lavorare sulla mia fantasia attraverso le immagini.
Poi sei stata anche a Londra, raccontaci il tuo “vivere” e i tuoi approfondimenti effettuati nel campo moda.
Durante gli anni di università andavo spessissimo, sono una patita di musica indie-rock/elettronica e synth pop e andavo li’ soprattutto per fare ricerca.. passavo le ore da Rough Trade a parlare con i ragazzi che lavoravano in negozio, la musica è da sempre una delle mie principali fonti d’ispirazione. Poi ho fatto degli stage alla Saint Martins in Fashion Styling.
Quali sono state le tue prime esperienze lavorative e di collaborazione?
Durante gli anni di università ho fatto la commessa in un negozio vintage a Roma. Facevo un po’ di tutto, da spolverare le borse a fare i prezzi o cercare pezzi interessanti per mercatini, è stata un’esperienza utilissima. Ho lavorato come assistente per una giornalista di moda durante le settimane della moda a Milano e Parigi e presso un agenzia di public relation a Los Angeles.
Quando hai sentito la necessità di creare un tuo marchio? È iniziato per gioco?
Nel 2009 quando trovai, per caso, un tessuto firmato su cimosa di Irene Galitzine, decisi che forse cercando ne avrei trovati di più e voila’. Non è stata una decisione immediata, comunque è un lavoro partito come passione ma diventato lavoro con il tempo.
Ti saresti mai aspettata che la tua passione un giorno sarebbe diventata il tuo futuro?
Assolutamente no! E’ stata una sorpresa sia per me che per la mia famiglia che per anni ha pensato che fosse un gioco, un semplice capriccio. Li avevo tutti contro !
Chi c’è dietro il tuo marchio? Chi lavora con te?
Fin ora nessuno, mi sono occupata da sola di tutti gli aspetti con l’aiuto ovviamente di 3 sarte. Da quest’ultima capsule collection, la prima con i tessuti disegnati da me, è partita la collaborazione con l’azienda Castor che si occuperà della produzione e distribuzione delle mie collezioni, sia quella con i tessuti disegnati da me che quella con i tessuti vintage.
Qual’è stato il leit motiv della tua prima collezione?
Storia, stampa, ricerca, recupero .
Quanta importanza dai al tessuto in generale e a quelli che utilizzi? Cosa pensi della sartorialità?
Il mio lavoro parte dal tessuto e poi arriva all’abito. Non è mai il contrario. Per me i materiali hanno un’importanza cruciale.
Un’altra tua passione è la fotografia, cosa pensi dell’arte di immortalare momenti?
Probabilmente se non fossi diventata una stilista avrei studiato fotografia all’ICP a New York. Mi ero anche informata a 26 anni ma avrei dovuto studiare a NY per altri 2 anni e non ne potevo più di stare sui libri e di continuare ad andare a scuola, dopo 5 anni di studi universitari più i vari stage volevo scoprire cosa poteva darmi la vita fuori dalle quattro mura.
Segui le tendenze?
Certo, è importante ma non imposto le collezioni su queste ! altrimenti sarei una fashion victim, dermine che ho sempre detestato.
Parlando di web, pensi che abbia un impatto importante con il mondo della moda?
Oggi è più importante una news uscita online che sul cartaceo. Il cartaceo sta scomparendo. Si viaggia troppo veloci, vengono aggiornati siti-profili Instagram-Twitter-Facebook etc. etc. ogni 45 minuti e la carta non sta al passo. Questo processo mi terrorizza! Si dovrebbe rallentare un attimo e pensare di più alla qualità che alla quantità.
Quale stile pensi che una donna debba adottare?
Non mi piace dettare stile, ogni donna è libera di scegliere per se senza dover seguire stilisti, riviste, starlette o it-girl. La donna che acquista i miei capi è in grado di mixare i pezzi in maniera creativa anche con pezzi da mercatino creando un suo stile, unico non riconducibile a trend stagionali.
Pensi che l’abito faccia il monaco?
No, o meglio non sempre.. l’abito può essere anche inteso come puro travestimento. E’ un involucro esterno che racconta ciò che vogliamo far vedere che in parte corrisponde a ciò che siamo ma a volte può essere un puro camuffamento.
…
Caterina, ti ringrazio per l’esserti concessa alla mia intervista e ricordo alle nostre lettrici e lettori che le tue collezioni sono disponibili qui:
Dolce & Gabbana – Spiga2 Via della Spiga, 2 20121, Milano
Luisa via Roma Via Roma 19/21 50123 Florence Italy
Dante5 Via Dante 50/52/54 70121 Bari
ONLINE
Luisa Via Roma
Farfetch www.farfetch.com
Yoox www.yoox.com
Dimenticavate le sue ultime collezioni? Ecco a voi due stagioni interpretate della bravissima stilista.
Spring/Summer 2014
Fall/Winter 2014-2015
Con amore, Donny.